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Le malattie più comuni dei pappagallini

Anche i pappagallini possono ammalarsi, proprio come noi umani e in generale come qualsiasi essere vivente.

Di seguito ripoterò alcune delle principali malattie che possono colpire i pappagallini con indicazioni dei sintomi più comuni.


Quanto scritto di seguito è un mix tra il frutto della mia esperienza e ricerche fatte su libri e web. CONSIGLIO SEMPRE DI CERCARE MAGGIORI INFORMAZIONI SU LIBRI O NEL WEB RIGUARDO UNA SPECIFICA MALATTIA  (qui sono solo accenni).

 

In caso di malessere del pappagallo, consiglio di tenerlo in ambiente caldo. In casi estremi possono essere utilizzate le "lampade Spot" o "ad infrarossi per pulcini". La lampada può essere puntata direttamente su un angolo della gabbia, e sarà il pappagallino stesso a ricercarne in calore in caso di malessere.

Il pappagallo in natura è una preda, pertanto per istinto tende anche in cattività a nascondere gli stati di malessere. Quando si manifestano evidenti malesseri, significa che c'è poco tempo per cercare di curare il pappagallino, consiglio quando non appena vi accorgete di un sintommo di agire subito!

I volatili di solito tendono a morire la notte; di notte infatti le loro difese immunitarie si abbassano, e in caso di malattia, la morte sopraggiunge quasi sempre durante la notte.

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Le principali malattie

  • SCABBIA

La scabbia è la rogna dei pappagalli. Si tratta di un'infezione generata dalla presenza di acari e batteri che si insediano all'interno dei tessuti della pelle. E' abbastanza semplice da individuare, infatti si manifesta con croste o scaglie sulle zampe e sul becco e talvolta anche attorno agli occhi e alla cloaca.

Va curata subito appena ce ne si accorge; se non curata può portare ad una crescita spropositata del becco, alla paralisi delle zampe, alla necrosi e alla perdita delle unghie, può compromettere il sistema immunitario e può portare alla morte del volatile. Durante le cure è bene somministrare al pappagallino anche un ciclo di vitamine.

Un rimedio casalingo consiste nel fare impacchi quotidiani con olio di oliva o con vaselina sui punti colpiti, facendo attenzione a non imbrattare troppo il piumaggio; in questo modo i pori vengono chiusi e gli acari muoiono, riportando nel giro di qualche settimana (a seconda di quanto era avanzata l'infezione) ad uno stato di benessere l'animale.

Si può cercare di prevenire la scabbia mantenendo sempre pulito l'habitat dei volatili ed eventualmente i nidi durante la cova.

Il pappagallo con la scabbia va isolato e tenuto lontano da altri volatili finché non sarà del tutto guarito ed è bene utilizzare dei guanti usa e getta in lattice quando gli si fanno gli impacchi (seppur raramente, può accadere che contagi l'uomo).

  • DIVARICAZIONE DELLE ZAMPE

Non si tratta di una vera e propria malattia, ma è comunque importante saperla identificare per poterla correggere in tempo.

Quando i pulli sono ancora nel nido, durante i primi giorni di vita può accadere che si trovino ad essere schiacciati dai fratellini, soprattutto in caso di nidiate numerose, o dai genitori stessi. Non appena ci si accorge della postura sbagliata del piccolo, è bene intervenire prelevando il pullo dal nido e facendogli indossare un piccolo tutore realizzato su misura (per realizzarlo si possono utilizzare le spugnette in lattice tagliate su misura e forate per far passare le zampine).

Si tratta di un'operazione molto delicata in quanto un movimento sbagliato potrebbe rompere o compromettere le fragili ossicine dei pulli; meglio farsi seguire da chi lo ha già fatto.

Dopo aver inserito le zampine nel tutore se si ripone il piccolo nel nido è opportuno tenerlo sotto osservazione (spesso infatti i genitori nglielo tolgono). E' consigliabile allevare a mano il piccolo e mantenergli il tutore per tutta la durata dello svezzamento ed una visita da un veterinario aviario non fa mai male.

  • CONGIUNTIVITE

Se il pappagallo lacrima frequentemente, ha gli occhi gonfi e rossi, irritati ed inizia ad avere delle crosticine attorno agli occhi, potrebbe trattarsi di congiuntivite. La congiuntivite è causata principalmente da funghi o batteri.

Il pappagallo con la congiuntivite va isolato e tenuto separato dai suoi simili finché non sarà del tutto guarito.

Questi batteri possono essere anche contagiosi per l'uomo, pertanto durante la somministrazione delle cure è sempre bene utilizzare dei guanti in lattice usa e getta e disinfettarsi sempre le mani dopo averlo riposto in gabbia.

Il pappagallo con questi sintomi va portato subito dal veterinario aviario, il quale prescriverà l'antibiotico più idoneo per curarlo.

  • ACARI ROSSI

Gli acari rossi sono dei minuscoli animali che possono creare molti problemi in un allevamento. Provocano molte morti tra i nascituri; si nascondono nelle gabbie, tra le molle degli sportellini, all'interno di posatoi concavi, negli angoli di mangiatoie e beverini, nei muri dell'allevamento, nei nidi, etc.

Questi acari sono così denominati (rossi) in quanto succhiano il sangue ai nostri beniamini durante la notte, diventando completamente rossi.

E' possibile accorgersi della presenza di questi ospiti indesiderati sbattendo i posatoi o poggiando i pulli che sono nei nidi su dei fogli di carta bianchi.

Quando le coppie sono in cova e in allevamento sono presenti questi acari, quasi la totalità dei nascituri muore precocemente, per il continuo attacco degli acari che avviene ogni notte. Solitamente in presenza di acari rossi, i volatili hanno il sonno disturbato e continuano a sbattere e a muoversi agitati a causa dei continui morsi degli acari.

Se siamo in presenza di acari rossi, bisogna disinfestare tutto il locale in quanto non sono facili da debellare. E' necessario lavare tutto: gabbie, nidi ed accessori con acqua e candeggina, consiglio di lavare anche le pareti della stanza con un centogradi e di spruzzare in giro degli spray contro gli acari.

E' possibile prevenire la comparsa di questi fastidiosi ospiti spruzzando periodicamente degli spray acaricidi su gabbie ed accessori e sugli stessi animali.

  • RITENZIONE DELL'UOVO

Quando le coppie sono in cova, bisogna sempre prestare particolare attenzione alle femmine durante la deposizione.

Se la vostra papapallina ha deposto un uovo e a giorni alterni non avete visto comparire il successivo uovo, potrebbe essere in difficoltà. E' possibile accorgersi della ritenzione se si vede la pappagallina  arruffata ed in evidente stato di sofferenza e se passa molto tempo ferma sul posatoio, sul fondo gabbia o nel nido in questo stato di apatia e sofferenza.

In caso di ritenzione è necessario far intervenire subito un veterinario aviario se si vuole provare a salvare la pappagallina.

In caso di ritenzione, si può provare ad intervenire massaggiando con olio d'oliva la cloaca facendo molta attenzione a non rompere l'uovo all'interno e tenendola al caldo sui vapori generati da acqua che bolle.

Le cause della ritenzione possono essere di varia natura: femmine troppo giovani che sono state messe in riproduzione col nido, femmine anziane o che hanno portato a termine già numerose covate, femmine con infezioni in corso o latenti, malnutrizione, carenza di calcio, etc.

E' possibile cercare di prevenire la ritenzione dell'uovo preparando sempre in maniera ottimale le coppie prime di mettere loro i nidi e soprattutto evitando di posizionare i nidi fino a che i pappagalli non hanno raggiunto la maturità sessuale.

  • COCCIDIOSI

La coccidiosi nei pappagalli è generata da parassiti denominati coccidi che vengono ingeriti, o con il contatto con le feci infette.

I sintomi possono essere: feci liquide e/o con presenza di sangue, ventre gonfio ed apatia del volatile, dimagrimento progressivo dell'animale e anemia. Questa malattia viene incubata dal pappagallino per circa 4/7 giorni prima di manifestarsi.

La coccidiosi deve essere diagnosticata da un veterinario aviario.

E' possibile cercare di prevenire la coccidiosi mantenendo sempre pulito l'habitat del volatile.

Un rimedio casalingo per la prevenzione consiste nel somministrare ai volatili prima delle cove dell'aceto di mele nei beverini, per regolarizzare la flora intestinale degli animali.

  • STASI DEL GOZZO

Non è una vera e propria malattia, ma è una situazione pericolosa che si può provocare ad un pullo durante l'imbecco artificiale (allevamento a mano).

Allevare un pullo a mano è una pratica molto delicata. Il pullo per le prime settimane di vita necessita di stare in camera calda a temperatura costante; la temperatura esterna dopo l'imbeccata, se non giusta e costante, può provocare la cosiddetta stasi del gozzo.

Durante l'allevamento a mano, la pappa va somministrata ad una temperatura di 38 gradi. Se più calda si rischia di ustionare il piccolo; se più fredda il pullo fa fatica a digerirla (con conseguente stasi).

La stasi del gozzo non è altro quindi, che la fermentazione della pappa non digerita nel gozzo del pullo.

La stasi del gozzo porta alla morte del nidiaceo, pertanto è necessario portarlo subito da un veterinario aviario appena ci si accorge del malessere del piccolo e del gozzo pieno da troppo tempo.

  • SINUSITE

La sinusite provoca costante scolo da narici e occhi del pappagallo.

Può essere provocata da colpi di freddo nelle ipotesi più frequenti, ma anche da batteri o virus. Se si sospetta una di queste ultime due cause, è necessario consultare subito un veterinario aviario il quale prescriverà la cura antibiotica più idonea.

  • CLAMIDIA

La clamidia è una patologia diffusa in tutti gli animali, pappagalli e uomo compreso, che provoca infezioni cutanee.
La diagnosi deve essere effettuata da un veterinario aviario.

Nel pappagallo provoca arruffamento del piumaggio (sintomo comune di malessere), tremori, apatia, sinusite e/o congiuntivite.

Si tratta di una malattia pericolosa, se non presa in tempo porta nel giro di pochi giorni (8/10 giorni) alla morte del volatile.

  • CRISI EPILETTICHE

Le crisi epilettiche sono una delle principali cause di morte improvvisa, apparentemente senza causa dei volatili.

I volatili ne sono molto soggetti e le cause sono svariate e non ancora del tutto conosciute (carenza o eccesso di vitamine possono provocare queste crisi, per esempio). La crisi epilettica provoca un battito d'ali frenetico e scoordinato, la caduta sul fondo gabbia con conseguente continuo rantolio sul fondo della gabbia e soventi scatti della testa all'indietro.

La morte sopraggiunge nel giro di poco tempo nella maggior parte dei casi, a volte subito al termine della crisi.

In caso di ripresa del soggetto è consigliabile portarlo da un veterinario aviario il quale cercherò di capirne la causa.

  • INFARTO E ICTUS

I volatili sono molto soggetti a infarti e ad ictus. Purtroppo in questi casi la morte sopraggiunge nel giro di poco tempo.

In caso di ictus o infarto il volatile cade dal posatoio all'indietro con uno slancio, talvolta emettendo un grido acuto e nel giro di pochi secondi se ne va.

  • AUTODEPLUMAZIONE

Si tratta di una sindrome molto difficile da curare, molto frequente in esemplari allevati a mano tristi o sotto stress.

La causa dell'autodeplumazione è di natura psicologica e  non è  semplice da individuare. Pare che questa sindrome esista solo in cattività, a causa del forte stress cui sovente sono sottoposti i volatili. Alcune specie di pappagalli, come per esempio cenerini, cacatua, ecletti, sono più soggette a questa sindrome.

nonostante non siano ancora del tutto chiare le cause di questa sindrome, tra le più frequenti possiamo citare: lo stress, da qualsiasi causa dipende (per esempio dovuto alla morte di un compagno, o alle poche attenzioni da parte dell'uomo in casi di soggetti allevati a mano, o dalla presenza di qualcosa che disturba il pappagallo, o il continuo  spostamento della gabbia/voliera in un nuovo ambiente, l'isolamento e la poca compagnia, l'introduzione in gabbia di un nuovo esemplare, la paura, etc. etc.), un errato svezzamento (purtroppo se durante lo svezzamento, fase assai delicata, il pappagallo non riceve le giuste attenzioni e le giuste cure, può manifestare successivamente problemi comportamentali e di autodeplumazione), la noia (il pappagallo è un animale socievole, un animale che deve essere tenuto mentalmente attivo, di conseguenza se non riceve abbastanza stimoli la noia può originare la sindrome di autodeplumazione), la gelosia (i pappagalli sono animali monogami, si scelgono un compagno e quello è per la vita; un pappagallo allevato a mano inserito in un contesto famigliare potrebbe identificare come partner una sola persona e diventarne morbosamente geloso).

Il pappagallo si inizia ad autoledere strappandosi le penne, talvolta fino a farsi uscire molto sangue.  Le ferite che si provoca sono da tenere sempre pulite perchè possono facilmente infettarsi.

Se il pappagallo presenta questi sintomi, è bene rivoglersi al più presto ad un veterinario e conseguentemente ad un buon allevatore o etologo, più specificatamente, per cercare di individuare le precise cause e cercare di correggere eventuali comportamenti o situazioni sbagliate.

  • INTOSSICAZIONE

Esistono numerosi tipi di intossicazione per questi delicati animali. Una delle intossicazioni più frequenti è quella da teflon, rilasciato dalle padelle antiaderenti mentre si cucina. L'intossicazione da teflon provoca la morte quasi istantanea dei volatili che lo respirano.

Altra intossicazione che può verificarsi è quella legata al fumo di sigaretta. E' sempre meglio infatti evitare di fumare nella stessa stanza dove sono alloggiati i pappagallini. Anche il fatto di prendere in mano un pappagallino dopo aver fumato può generare intossicazione del piumaggio con conseguente perdita delle penne nelle aree del corpo più esposte. E' sempre bene infatti per i fumatori, lavarsi le mani dopo aver fumato e prima di prendere in mano un qualsiasi volatile.

Evitare in casa di spruzzare profumi o di utilizzare prodotti detergenti come candeggina o simili nella stessa stanza dove si trovano gli uccellini.

Frequenti nei volatili sono anche le intossicazione da metalli, la più frequente in cattività  è quella da zinco; la fonte più comune è proprio la gabbia dove in cattività si tengono gli uccellini; il cibo umido (come per esempio pezzi di frutta), inserito tra una sbarra e l'altra può assorbire quantità tale di zinco da dare originare ad una intossicazione.

I pappagallini allevati a mano possono intossicarsi anche ingerendo qualsiasi altro materiale presente in casa (giocattoli, gioielli, oggettini di metallo, etc), per questo motivo bisogna lascirli liberi per casa solo quando si ha modo di osservarli costantemente.

L'intossicazione nei casi più gravi porta alla morte; ma la morte non è l'unica conseguenza dell'intossicazione (si possono infatti manifestare problemi respiratori, digestivi, con vomito, diarrea, tremori, poca coordinazione nei movimenti, etc).

In caso di intossicazione, rivolgersi subito ad un veterinario aviario.

  • LA PBFD

Conosciuta anche come malattia del becco o delle piume, è una malattia virale (il virus che la provoca si chiama Circovirus) che comporta un'alterazione del piumaggio e talvolta del becco, talvolta anche grave.

I pappagalli che presentano alterazioni del becco, si alimentano con difficoltà e la morte sopraggiunge nel giro di poco tempo (difficilmente raggiungono l'età adulta).

I portatori sani adulti possono trasmettere questo virus alla propria prole, pertanto se si ha un volatile affetto da PBFD si consiglia di non farlo riprodurre.

Anche la cresciuta di penne di colori anormali può essere un campanello d'allarme riguardo la presenza di questo virus (per esempio nei cenerini talvolta spuntano delle penne di colore rosso in parti del corpo dove generalmente non vi sono).

Nei nidiacei è difficile fare una diagnosi di PBFD in quanto spesso si scambia per il fenomeno di "pica" che spesso colpisce i piccoli nidiacei.
Solo una specifica analisi del sangue può diagnosticare la malattia.

  • POLYOMAVIRUS (APV)

Altra malattia virale che va ad intaccare il piumaggio, più comunemente nota come muta francese.
Si manifesta attraverso sanguinamento dei calami, anomalie nella crescita del piumaggio e rallentamento nella crescita.

Su questo ancora poco conosciuto (a livello di ricerche scientifiche e di studi) virus, rimando alla lettura di questo esaustivo ed interessante articolo : http://minimopiumabreve.blogspot.it/2012/04/polyomavirus-aviareapv.html